Nel cuore delle Marche, a circa 300 metri di altitudine, Castelraimondo si adagia nell’Alta Valle del fiume Potenza, circondato da dolci rilievi collinari e protetto, sullo sfondo, dalla quinta montana dei monti Primo, Gemmo e Crispiero.
Questo territorio ha visto la presenza dell’uomo fin dal Mesolitico, tuttavia i primi riferimenti storici documentati risalgono al Basso Medioevo. È dal 1290, infatti, che compaiono le prime citazioni dell’antico Ospedale di Rotabella e della chiesa di San Bartolomeo.
L’origine dell’abitato, per come lo conosciamo oggi, si colloca tra il 1311 e il 1318, con la costruzione di un castello dotato di doppio fossato e possenti mura difensive, intervallate da undici torrioni.
Su questo impianto fortificato, edificato nel 1301, si ergeva il Castrum, al cui interno si innalzava la torre del Cassero, la più alta dell’intero sistema difensivo.
La torre era articolata in tre corpi sovrapposti: il primo, con base a scarpa, alto circa venti metri; il secondo di sedici; e un torricino circolare terminale di circa otto metri, crollato dopo il terremoto del 1799 e mai più ricostruito.
All’interno, si trovava una grande sala con ballatoi e feritoie, da cui le guardie potevano controllare l’intero territorio. I piani superiori erano raggiungibili con scale di corda o a pioli, rimovibili in caso d’attacco.
Nel Medioevo, il Cassero svolgeva una funzione strategica di avvistamento, segnalando eventuali pericoli con fuochi, bandiere o torce. Oggi, con la sua imponente austerità, continua a dominare il paesaggio.
Dell’antico nucleo fortificato restano anche la chiesa di San Biagio e una delle torri, oggi inglobata nel suo campanile.
Il primo documento che attesta esistenza dell’edificio sacro è datato 1330.
Danneggiato dal sisma del 1799, venne ampliato e dotato di una nuova facciata in stile neoclassico. Un grave incendio, nel 1906, ne compromise l’interno, che fu quasi interamente ricostruito.
Oggi si presenta con navata unica, tre altari a nicchia, abside semicircolare e un soffitto a volta con lunette finestrate. Sul lato orientale, dalla sagrestia, si accede direttamente al campanile.
Tra il 1867 e il 1870 venne costruito il Palazzo Comunale, proprio accanto al Cassero, nel punto in cui sorgeva l’antica porta d’ingresso al castello.
Nel cuore della piazza si trova la Fontana di mostra, conosciuta anche come Fontana dei Leoni, inaugurata nel 1893 in concomitanza con la realizzazione dell’acquedotto comunale.
Per secoli, lo sviluppo del paese è rimasto pressoché immutato. Solo all’inizio del Novecento si assistette a una graduale espansione, in particolare verso Camerino, con la nascita del corso principale, impreziosito da eleganti edifici in stile Liberty, alcuni dei quali purtroppo oggi scomparsi.
Castelraimondo è anche sede di una tradizione che affonda le radici nel XVI secolo: l’Infiorata del Corpus Domini, celebrata ogni anno nella seconda domenica dopo Pentecoste.
Grazie all’impegno della Pro Loco e delle associazioni locali, le strade si trasformano in un tappeto di fiori che accompagna la solenne processione. Un evento molto atteso, che richiama ogni anno numerosi visitatori.
Oltre alla storia e alle tradizioni, il territorio offre un ambiente naturale armonioso, ideale per escursioni, passeggiate e momenti di quiete.
Castelraimondo si presenta così: come un borgo che racconta la sua lunga storia tra architetture antiche, paesaggi verdi e riti collettivi che ancora oggi scandiscono il tempo.
A completare questo affresco, merita una visita la frazione di Crispiero, situata a 611 metri sul livello del mare e distante circa sei chilometri dal capoluogo.
Di probabile origine romana, l’insediamento ha subito nel tempo spostamenti e trasformazioni. Il primo documento certo che lo riguarda è del 1240.
All’epoca, il castello di Crispiero – noto come Castello di Guardia – faceva parte di un sistema di fortificazioni che si estendeva dai Monti Sibillini fino alla valle dei fiumi Potenza e Chienti.
Nell’Inventario borgesco del 1502 viene descritto come un castello murato, con torri e castellano residente. Oggi sono ancora visibili le torri e molte abitazioni medievali di grande interesse architettonico.
Il borgo è noto anche per l’antica devozione verso le anime dei defunti. Secondo la leggenda, qui si troverebbe la “Porta del Purgatorio”, da cui trae origine la credenza in una speciale “sezione” di aldilà riservata agli abitanti del luogo.
Crispiero ha dato i natali a due figure di rilievo: il genetista Nazareno Strampelli, tra i protagonisti della rivoluzione agricola del Novecento, e il compositore Ugo Bottacchiari.
Ogni anno, nella terza domenica di ottobre, il borgo si anima per la Festa della Castagna, appuntamento immancabile per residenti e visitatori.
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